Descrizione
Il Cimitero e la Cappella
I lavori di costruzione del Cimitero ebbero inizio nella seconda metà del XIX secolo e si protrassero sino al 1898. Fu costruito ad Est rispetto all’antico nucleo abitato, in località Sa Roja (termine che in sardo significa “sito basso ed acquoso”, “valle acquitrinosa”) su terreni precedentemente di proprietà del Convento dei Padri Domenicani, acquisiti dal Comune nel 1859 in seguito al Decreto Regio che ordinò la soppressione degli Ordini Religiosi e la confisca dei loro beni. A curarne la prima edificazione fu l’ingegnere Enrico Pani, mentre fu incaricato dei lavori di ampliamento, resisi necessari al principio del XX Secolo, l’ingegnere Ernesto Ravot. Fu in questi anni dunque che, in osservanza di una circolare provinciale del 1850 in cui si vietavano le sepolture all’interno dei centri abitati, cessò di essere utilizzato l’antico cimitero nel centro del paese, Su Gimitòriu, adiacente alla Chiesa di San Leonardo e all’ormai scomparso Oratorio delle Anime del Purgatorio. Di particolare pregio architettonico risulta essere la cappella: fu costruita alla fine del XX secolo dall’ingegnere Enrico Pani, il quale si ispirò allo stile neoclassico assai diffuso in quel periodo e il cui maggior esponente sardo fu Gaetano Cima. L’edificio, sopraelevato dal terreno per mezzo di alcuni gradini, presenta nella facciata un pronao con quattro pilastri architravati su cui poggia un frontone classico. La copertura, a cupola con base ottagonale, esternamente è rivestita con tegole disposte a squame. All’interno meritano particolare attenzione il pavimento originale in mattoni cotti di toni diversi di colore, tipico delle cotture in forni a legno, e i candelabri di legno meccati a oro che arredano il grazioso altare di marmo decorato con fiorami dorati; sulla parete destra si trova un pannello di legno che incornicia le targhette in ferro smaltato contenenti i nomi dei Serramannesi, caduti nella Grande Guerra, sepolti lontano dal loro paese d’origine. La cripta sottostante, costruita contestualmente e con dimensioni identiche alla cappella, funge da ossario.
Le Tombe Monumentali
II Cimitero vanta la presenza di numerose tombe monumentali, tra le quali si rilevano diversi stili costruttivi, ciascuno proprio di un particolare periodo storico. Si segnalano le semplici tombe a stele, in pietra, della fine dell’800. Di particolare interesse sono i monumenti funebri in stile liberty, tra i quali spicca la tomba della famiglia Vargiu, risalente ai primi anni del XX secolo e posizionata accanto alla cappella, con una scultura in marmo di una giovane donna distesa su un manto di rose e altri fiori, con le braccia allargate e la testa abbandonata sulle spalle; dietro si osserva un bassorilievo in marmo bianco scolpito con figure di angeli. Non si conosce il nome dello scultore, ma se ne possono apprezzare la sensibilità e l’alta capacità tecnica. Pregevole è inoltre l’imponente monumento funebre della famiglia Fadda, posizionato sul viale d'ingresso, eretto da G.B. Troiani nel 1899 e decorato con elementi propri di uno stile neo-rinascimentale. Risalente al 1883 è invece la tomba del notaio Vargiu, con una particolare croce in stile celtico. Notevoli sono anche le steli funerarie dei primi del ’900, posizionate nell’area dedicata ai bambini defunti, con toccanti dediche incise nei marmi. Si segnalano inoltre i sepolcri in stile “razionale”, diffuso negli anni ’20 e ’30 del XX secolo, tra i quali si può citare la tomba della famiglia Scalas, posizionata accanto al muro Est della cappella. Particolare menzione merita la tomba che l’architetto Vico Mossa disegnò e fece costruire per la sua famiglia negli anni ’80. L’unica cappella di famiglia è quella appartenente ai Di Palma. risalente ai primi anni del XX secolo e caratterizzata da un sincretismo stilistico che armonizza elementi gotici, classici e liberty. Un ulteriore menzione meritano i cipressi secolari che con la loro silente maestosità vegliano sui nostri cari.